Già tra il 1815 ed il 1830 alcuni dilettanti filarmonici partecipano ad anniversari civili e feste religiose, accompagnando con la loro musica le visite di personaggi famosi. Una barca con “la musica turca” formata da 14 suonatori (3 dei quali fatti venire da Rovereto) accompagna l'ingresso a Riva del governatore Chotek il 19 giugno 1821 e sarà stata presente anche alle visite di Metternich l'11 ottobre 1822 e dell'arciduca Ranieri, vicere d'Italia nell'aprile del 1829. Con l'assunzione nel 1836 del M° Anatolio Santi, (organista della parrocchia di S.Maria Assunta, già presente a Riva dal 1823 ), si inizia ad istruire un piccolo gruppo di musicisti. Il 20 settembre 1838 veniva accolto l'Arciduca Giovanni d'Austria con 11 dilettanti filarmonici. Tuttavia la storia segna l'avvio ufficiale della banda nel 1844, il 5 febbraio, data che corrisponde alla firma dello statuto, (purtroppo non più rintracciato) riconosciuto pure dall'allora governo austriaco. Infatti nel 1843 si parla del gruppo “musica banda”, per poi assumere il nome nel 1845 di “banda civica”. Il 23 novembre del 1844, la banda di Trento viene invitata a Riva del Garda in occasione del varo del piroscafo “Il benaco” e a questo concerto prendono parte numerosi elementi della banda di Riva del Garda da poco costituita. Nel 1847 la banda è già priva di M° e presidente; l'incarico di M° viene assunto dal dilettante Luigi Borroi, che pure anticipa di tasca propria le spese per il rinfresco della ventina di componenti. Il 21 febbraio del 1850 la banda acquista gli strumenti per suonare dalla ditta Pelitti di Milano (la spesa è sostenuta dal comune). Da un inventario del 16 novembre del 1854 risultavano: 1 ottavino, 1 flauto mib, 3 clarinetti sib, 1 clarinetto mib, 3 corni a pistoni, 1 corno segnale, 3 trombe a macchina, 1 tromba a orologio, 1 pelittone in do, 2 tamburini, 1 badiotta (capello cinese). Il Maestro Cesare Dominiceti (nato a Desenzano del Garda il 12 luglio 1821, morto a Sesto S. Giovanni il 20 giugno 1888), la dirigerà dal 1850 al 1858, (in seguito darà docente al conservatorio di Milano), Giosuè De Gregori ( Como 1829-Innsbruck 1916) dall' 11 novembre 1858 (data di assunzione) al 1871, Peicher dal 1872 al 1874, Giuseppe Coumerme (fagottista di Napoli) dal 1874 al 1884 (il 22 novembre del 1884 questo M° pubblica una lettera sul giornale “Il benaco”, dove saluta i rivani ed annuncia che di lì a poco migrerà in Uruguay) e Giacomo Brunelli dal 1884 al 1889.
Attraverso l'analisi del fondo musicale De Lutti, è possibile rintracciare il gusto artistico musicale di Riva del Garda nel 1800 e quindi capire in quale contesto si muoveva l'attività della banda musicale di questo secolo. L'archivio musicale della famiglia nobile rivana si presenta eterogeneo e deve non poco alla figura di Vincenzo de Lutti padre (1788-1854), presidente della Società Benacense di Cultura, mecenate, appassionato propugnatore delle idee risorgimentali. Nella figura di Vincenzo de Lutti figlio (1832-1896), accanto alla passione musicale si trova l'impegno politico pubblico, è infatti consigliere comunale e podestà cittadino, presidente della società filarmonica e della Società del Teatro, laureato in giurisprudenza all'Università di Innsbruck. Completati gli studi di composizione a Milano, è “l'anima patriottica e artistica” di Riva del Garda. Nel salotto tipico ottocentesco dei de Lutti si incontrano e si frequentano pittori e scultori come Hayez, Vela e Sacco, l'architetto Caregaro, Negrin, poeti e letterati come Giovanni Prati e Gazzoletti, la Anzoletti e Zanella, mentre Andrea Maffei è tra gli ospiti più regolari. Nella seconda metta del 1800 questa figura vivrà gran parte dei propri anni nelle ville di S. Alessandro (frazione di Riva del Garda) e di Campo Lomaso (presso Fiavè in prov. Di Trento). Il fondo musicale de Lutti è composto da oltre 700 documenti, per lo più manoscritti costituiti da arie d'opera per canto e pianoforte, altre esclusivamente strumentali, oltre ad opere di didattica musicale, numerosi valzer degli Strauss, brani per pianoforte a quattro mani. Interessante la presenza nel fondo di due danze polonesi dedicate ad Anatolio Santi, tra i primi insegnanti della banda di Riva del Garda, (insegnante di pianoforte anche del de Lutti figlio) autore fra l'altro di un Pot-pourri per pianoforte a quattro mani sull' opera “Lucia di Lammermoor”, una messa a tre voci e piccola orchestra, oltre ad alcuni manoscritti anonimi probabilmente di Giosuè De Gregorii, M° della banda, autore tra l'altro di una sonata per flauto e pianoforte, una sonata a tre per due violini e viola e una serie di elaborazioni per gruppo cameristico di arie d'opera, con impiego del flauto e di alcuni strumenti ad arco. Per meglio comprendere la figura di Vincenzo de Lutti figlio, va ricordato che il 22 marzo 1858 si rappresentò al Teatro alla Scala di Milano l'opera “Berengario d'Ivrea”, scritta dal de Lutti su libretto di Antonio Gazzoletti. Questo amore per il teatro farà si che nel 1857 nasce la Società di Azionisti del teatro, dalle cui proposte sorge nel giro di pochi anni il Teatro Sociale. Il de Lutti è il presidente, del progetto si occupa l'architetto Antonio Caregaro Negrin:platea, palchi e loggione possono ospitare 500 persone a sedere, 800 durante i veglioni e le feste in maschera (secondo testimonianze i palchi erano addobbati in velluto e raso rosso con drappeggi signorili) . Alle sottoscrizioni dei soci si unisce ben presto il sostegno economico del Municipio. L'inaugurazione è del 13 febbraio 1865, vede l'orchestra diretta da Giosuè De Gregori (quasi interamente composta da elementi locali) con l'opera “I due Foscari” di Verdi. Causa la 3° guerra di indipendenza De Gregari lascia solo momentaneamente Riva L'apertura invece del Teatro Perini è attorno al 1880. Il 19 novembre 1899 si inaugura l'Oratorio Parrocchiale con annesso il piccolo teatro. Il complesso è progettato dall'ingegnere D. Zanelli.